Questo 2020 è iniziato in un modo che non dimenticheremo e probabilmente cambierà il nostro modo di vivere. Un evento traumatico, come lo è questa pandemia, rimane un evento traumatico che dobbiamo accettare, ma anche imparare a prendersene cura, possiamo imparare qualcosa?
In questi giorni di lockdown ho studiato molto, ho partecipato a diversi webinar ed interviste di colleghi che stimo molto, con un’esperienza clinica che a me manca.
Mi sono trovata a tratti contenta e a tratti spaventata.
Contenta perché quello che faccio può essere di aiuto a moltissime persone, spaventata perché ho in mano uno strumento potentissimo di prevenzione e supporto terapeutico: il cibo.
Il dr Stefano Manera, durante una sua intervista spiegava le fasi dell’infezione da Covid-19:
Una fase di viremia
Una fase polmonare
Una fase acuta
Fasi che possono essere più o meno gravi, ci sono soggetti positivi asintomatici, soggetti positivi con sintomi lievi, altri con sintomi che richiedono ventilazione e/o intubazione, altri ancora possono andare incontro a complicanze sino ad una insufficienza multi organo.
Queste tre fasi richiedono terapia, non ci sono troppi giri di parole, se un paziente arriva in pronto soccorso con una polmonite severa tale da non riuscire a respirare, deve essere intubato se vogliamo che sopravviva. Di fronte ad una pericolosa trombosi è corretto usare i farmaci adatti. Lo sviluppo di antivirali efficaci potrebbe aiutarci a contenere l’infezione e accelerare la guarigione.
La medicina di urgenza c’è e per fortuna!
Si stanno studiando i vaccini, si è scoperta l’efficacia del plasma e dell’ozonoterapia, il virus c’è e ci sarà ancora, ma gli strumenti per gestirlo aumentano.
Tuttavia a queste tre fasi possiamo aggiungerne 2: una fase prima, quella della prevenzione e una fase dopo, quella del recupero, sia per chi è stato colpito, sia per tutti noi che usciremo gradualmente dal lockdown.
Queste due fasi sono quelle che ci permettono di essere più forti, di essere resilienti, di rispondere meglio allo stress, che sia biologico, metabolico, chimico, fisico e/o emotivo.
Non c’è vita senza stress, tutto dipende da come lo viviamo e dalle nostre capacità di gestirlo.
In questi mesi è emerso che la sintomatologia, la necessità della terapia intensiva e la gravità dell’infezione, nonché i decessi correlano con condizioni preesistenti sfavorevoli: sovrappeso, obesità, ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari, immunodepressione, fumo, alcool, sedentarietà, dieta ricca di zuccheri, cibi confezionati e raffinati. Oltre all’età e alla sfortuna, eh già, in alcuni casi c’è di mezzo anche questa!
FASE DI PREVENZIONE: LO STILE DI VITA
Come evitare di essere fragili e altamente a rischio?
Dobbiamo tirarci su le maniche e lavorare sullo stile di vita:
Dieta protettiva e migliorativa, nutriente, adeguata per apporti nutrizionali e micronutrizionali. Indispensabile per funzionare bene, per mantenere un peso di salute e benessere, per la prevenzione delle malattie cronico degenerative.
Regolarità intestinale e cura del microbiota
Integrazione ove necessaria
Esercizio fisico
Cura del sonno
Rispetto dei ritmi circadiani, digiuno di almeno 12 h tra la cena e la colazione del giorno successivo, esposizione alla luce del sole al mattino e alla luce del tramonto alla sera
Evitare fumo, alcool, bevande eccitanti, uso di droghe
Minimizzare l’esposizione a sostanze tossiche, inquinanti ambientali
Meditazione, respiro, tecniche di gestione dello stress
Uso ponderato di farmaci e di antibiotici
DIETA
Abbiamo bisogno di acqua, ossigeno e di energia per vivere.
L’energia viene dai nutrienti presenti nel cibo che scegliamo di mangiare ogni giorno grazie al metabolismo cellulare, che funziona se ci sono anche i micronutrienti essenziali, l’acqua e l’ossigeno.
Ognuno ha un fabbisogno individuale energetico e proteico da assolvere, dobbiamo evitare la malnutrizione, sia in eccesso (obesità e sovrappeso), sia in difetto.
Dobbiamo scegliere alimenti naturali, trattati il meno possibile, provenienti da agricoltura locale e/o biologica, da allevamenti non intensivi.
Qualche consiglio:
Bere acqua durante la giornata, variare la fonte e assicurarsi che quella del rubinetto sia priva di residui tossici (ci sono banche dati disponibili a tutti, ad esempio a Verona il sito di acque veronesi riporta i dati aggiornati delle analisi effettuate).
Consumare verdure e frutta stagionali, locali e/o biologici. Si possono consumare crude, dopo averle lavate accuratamente con acqua corrente, ma anche cotte preferendo metodi di cottura delicati che alterino il meno possibile il contenuto vitaminico e minerale. Non dimenticate di condire le verdure con olio evo, ci sono alcuni fitonutrienti, con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, liposolubili, ovvero che per essere assorbiti ed utilizzati al meglio hanno bisogno di essere veicolati con i grassi.
Soddisfare il fabbisogno di proteine con fonti animali di buona qualità, di allevamento non intensivo e/o biologiche e con fonti vegetali tra cui legumi, semi e noci.
Prediligere grassi di ottima qualità come l’olio extra vergine di oliva (siamo in Italia e per quanto riguarda l’olio evo siamo fortunati! Abbiamo ottime eccellenze).
Freschezza versus alimenti conservati: optare la maggior parte delle volte per alimenti freschi.
Spezie ed erbe aromatiche.
In presenza di allergie, intolleranza al lattosio, sensibilità alimentari, disturbi gastro intestinali e/o infiammazione intestinale è bene limitare alimenti pro infiammatori ed immunogeni. In questo caso è vivamente consigliato farsi aiutare da un professionista sanitario per evitare diete scriteriate causa di carenze nutrizionali e malnutrizione.
Se ciò che mangiamo è motivo di infiammazione, il nostro sistema immunitario sarà impegnato su quel fronte e meno responsivo alle infezioni.
Evitare zuccheri, dolcificanti, cibi confezionati, estremamente lavorati, con un’etichetta che riporta una lista di ingredienti infinita e con nomi che non riconoscete.
Evitare le cotture ad alta temperatura e l’utilizzo di oli vegetali di semi/legumi/cereali in cottura (olio di semi, olio di mais, olio di soia…).
Limitare al minimo le plastiche, l’alluminio, inquinanti ambientali.
INTESTINO ED IMMUNITA’
Il 70-80% del nostro sistema immunitario si trova a livello intestinale.
Se vogliamo un’immunità forte dobbiamo averne cura.
Il ruolo del microbiota come modulatore dell’immunità è ormai noto, per mantenere un buon rapporto con i miliardi di microorganismi che ci popolano dobbiamo nutrirci bene e aderire ad uno stile di vita salutare. Eh già, il fumo, l’esercizio fisico, il sonno, lo stress influenzano il microbiota proprio come noi.
Di cosa ha bisogno: di fibre da verdure e frutta, fitonutrienti e polifenoli, acidi grassi omega 3, vitamina D, A, zinco, selenio. Con cibi plant-based e con alimenti di origine animale (vegetale e animale non si escludono, ma si COMPLETANO).
A sua volta il microbiota ben nutrito e in equilibrio renderà biodisponibili e attivi molecole protettive per noi stessi, è grazie alla sua modulazione che molte di esse esplicano le loro funzioni.
FASE DI RECUPERO
La nutrizione a supporto di pazienti positivi e/o ospedalizzati richiede attenzione particolare e a volte un supporto integrativo.
La valutazione dello stato nutrizionale nel paziente ospedalizzato è molto importante in quanto la malnutrizione calorico-proteica è un fattore prognostico negativo.
Nei casi più gravi è necessario ricorrere alla nutrizione artificiale, dando la preferenza a quella enterale quando possibile. La valutazione dei fabbisogni e le modalità di somministrazione seguono precisi protocolli e un monitoraggio di alcuni parametri vitali (elettroliti, frequenza cardiaca). Prevedono inoltre la possibile integrazione di vitamina D, vitamina C, omega 3, proteine del siero del latte, grassi MCT.
Dopo un periodo più o meno lungo di nutrizione artificiale è estremamente importante ripristinare una alimentazione per os, ma con gradualità e in base allo stato nutrizionale ed ai sintomi (diarrea, disfagia, inappetenza, nausea…).
Il paziente che torna a casa o la persona positiva ma con sintomi lievi e tutti coloro che si apprestano ad uscire dal lockdown devono avvicinarsi quanto più possibile alle indicazioni date per la prevenzione, con un occhio di riguardo al fabbisogno energetico e proteico e a quello minerale e vitaminico.
Il peggioramento dei sintomi e la necessità delle terapie intensive sono correlati a quella che viene chiamata “cytokine storm” ovvero tempesta infiammatoria.
Tutto quello che abbiamo visto per la fase di prevenzione e di recupero ha l’obiettivo di arginare l’infiammazione e prevenire che degeneri in una tempesta ingestibile.
Sia in prevenzione, sia nella fase di recupero si sono dimostrate efficaci alcune integrazioni, ma devono essere indicate dal medico o da un professionista sanitario. No al fai da te, tipologia, dosaggi, timing di assunzione vanno valutate di caso in caso:
Vitamina D
Vitamina A
Vitamina C
Vitamine del gruppo B
Selenio
Zinco
Omega 3
Magnesio
Ferro
Manganese
NAC o glutatione liposomiale
Pre e/o probiotici (non in acuto)
Curcumina
Sulforafano
Proteine del siero del latte isolate e/o idrolizzate o aminoacidi essenziali
Spero che dopo questa lettura possiate pensare che valga davvero la pena fare qualcosa ogni giorno per potenziare la vostra salute.







