Diabete…quale dieta?

da | Gen 1, 2018 | Blog

Il diabete è una patologia grave, in crescita esponenziale.
Il diabete è una patologia che può essere trattata con modifiche dello stile di vita e una dieta nutriente, priva di alimenti processati e raffinati (diabete tipo2), o perlomeno gestita al meglio quando si parla di diabete di tipo 1, una patologia di carattere autoimmune (distruzione delle cellule beta pancreatiche).

Rispetto alle linee guida convenzionali basate su un consumo quotidiano di cereali integrali, legumi, pochi grassi, frutta e verdure, una dieta Paleo o che si avvicini ad essa permette di ottenere risultati migliori sia sui fattori di rischio, sia sui sintomi.
Una dieta Paleo o simil-paleo è una dieta nutriente, basata su cibi integri, non lavorati o raffinati, principalmente verdure, carne, pesce e uova (non di allevamento intensivo), frutta, noci e semi, grassi di buona qualità (mono insaturi e omega 3 principalmente).
Una dieta di questo tipo prevede inevitabilmente la riduzione dei carboidrati normalmente assunti e altresì una scelta qualitativa superiore, prevalentemente carboidrati a medio-basso carico glicemico provenienti da verdure e frutta.
Cibi raffinati e processati industrialmente, grassi vegetali idrogenati e/o raffinati, zuccheri, additivi e conservanti sono esclusi.
La dieta risulta di conseguenza ad alta densità nutrizionale (ricchezza di minerali, vitamine, fibre, anti ossidanti), a basso carico glicemico e anti infiammatoria.

Il diabete, di tipo 1 e di tipo 2, sono patologie in cui è presente sempre una componente infiammatoria, responsabile di resistenza ormonale e alterazione del controllo glicemico.

Molti studi hanno dimostrato che una dieta paleo migliora la sensibilità all’insulina, la glicemia a digiuno, i valori di emoglobina glicata e di peptide C.
Questo è spiegato dalla presenza di carboidrati a basso carico glicemico, grassi di buona qualità, una quota proteica adeguata e ben bilanciata, che nell’insieme contribuiscono alla stabilità glicemica.
L’elevata presenza di fibre accompagnata a grassi buoni e proteine rende questa scelta dietetica superiore in termini di controllo del peso, equilibrio metabolico, sazietà.

Per tutti coloro che si approcciano a questo stile alimentare è necessario individuare gli obiettivi terapeutici, trovare le strategie e soluzioni più adatte ad aderire ad un nuovo stile di vita, fare pulizia da alimenti spazzatura (zuccheri, cibi raffinati, grassi di cattiva qualità, prodotti di agricoltura e allevamento intensivi) e rimpiazzare cucina e dispensa con alimenti naturali, nutrienti e sazianti.

Il diabetico è particolarmente sensibile alla scelta quanti e qualitativa dei carboidrati assunti e dal potere infiammatorio della dieta.
Per questo alcuni consigli:
– Limitare il consumo di frutta ad alto indice glicemico, in particolare la frutta disidratata come uvetta, fichi secchi, albicocche secche, datteri.
– Preferire vegetali biologici, di stagione, a km 0.
– Quando si consumano patate è preferibile cuocerle e lasciarle raffreddare. Il processo di raffreddamento ne aumenta l’amido resistente e di conseguenza si riduce l’indice glicemico.
– Se si consuma un pasto con carboidrati a medi-alto indice/carico glicemico è consigliabile aggiungere al pasto ingredienti quali succo di limone, aceto di mele non pastorizzato (migliorano il controllo glicemico) e/o cibi ricchi in fibre.
– La presenza di fibre e/o grassi di buona qualità (vedi olio evo) e/o proteine in un pasto con carboidrati riduce il carico glicemico del pasto stesso.
– Evitare qualsiasi forma di dolcificazione anche naturale.
– Privilegiare alimenti fonte di fibre, grassi buoni e proteine permette di tenere a bada picchi glicemici e insulinemici, e a mantenere stabile la glicemia nella giornata.
– Curare la salute intestinale e del microbiota.

Un approccio sicuro ed efficace, ancora troppo poco utilizzato: la dieta chetogenica per il diabete tipo 2
All’oggi le evidenze scientifiche dimostrano che un approccio dietetico di tipo chetogenico sia superiore nel trattare pazienti diabetici tipo 2 obesi rispetto alle indicazioni dietetiche convenzionali.
In uno studio recente del 2016 si è dimostrata la sicurezza di una dieta VLCKD (very low-calorie-ketogenic diet) e la sua superiorità in termini di calo di peso, della circonferenza addominale e miglioramento dei parametri metabolici (insulino resistenza ed emoglobina glicata), nonché di riduzione della terapia farmacologica.
La dieta chetogenica prevedeva l’utilizzo di pasti sostitutivi con un apporto di proteine, carboidrati e grassi di 15 gr, 4 gr e 3 gr rispettivamente per porzione; una dieta normoproteica, ipolipidica e ipoglucidica (<50 gr al giorno).
I pazienti in VLCKD si sono dimostrati maggiormente soddisfatti dei risultati raggiunti.

Un altro studio del 2017 raggiunge le stesse conclusioni mettendo a confronto una dieta chetogenica con una dieta ipocalorica e ipolipidica. Entrambi i partecipanti avevano ricevuto le stesse indicazioni in merito a modifiche dello stile di vita: esercizio fisico, cura del sonno, strategie comportamentali per la gestione alimentare.
Durante i 12 mesi dello studio i soggetti in dieta chetogenica (diabetici e sovrappeso/obesi) hanno avuto maggior riduzione di emoglobina glicata, peso corporeo, terapia farmacologica.

La dieta chetogenica è uno strumento terapeutico efficace, necessita di controllo medico e supporto nella gestione dei pasti, siano essi pasti sostitutivi o alimenti.

La dieta chetogenica NON è una dieta iperproteica, l’apporto di proteine viene adattato al singolo individuo in modo da fornire la quantità ottimale al mantenimento delle masse magre.
È fondamentale controllare l’apporto di carboidrati che devono essere in genere <50 gr al giorno (non sono previsti pane, pasta, farinacei, legumi, patate, tuberi, frutta, succhi di frutta, bevande dolci, dolciumi). La dieta si basa sul consumo di proteine nobili, vegetali non amidacei e i grassi buoni provenienti principalmente da olio evo. Normalmente la dieta chetogenica è integrata con micronutrienti quali sodio, potassio, magnesio, calcio, omega 3.
La riduzione dei carboidrati introdotti permette uno shift metabolico: il glucosio non è più il carburante energetico principale, ma l’energia necessaria è ottenuta dai grassi di deposito e dai corpi chetonici (prodotti dall’ossidazione dei grassi).
Un carburante molto più efficiente del glucosio, fonte energetica eccellente per il cervello ed il sistema nervoso.

La stabilità glicemica e l’equilibrio metabolico non possono prescindere anche da modifiche dello stile di vita che comprendono l’esercizio fisico regolare, la cura del sonno e la gestione dello stress.
Nonché l’individuazione e correzione di carenze micro nutrizionali: vitamina D, magnesio, cromo, zinco, selenio, calcio, ferro, omega 3, vitamina C, vitamine del gruppo B (per fare qualche esempio).

Curare o gestire il diabete è possibile. Le scelte dietetiche e di stile di vita quotidiane “pesano” tanto quanto, se non più, della predisposizione genetica (valore epigenetico di alimentazione e stile di vita sull’accensione/spegnimento dei geni, ruolo del microbiota come modulatore ormonale e metabolico).

Biblio

Eur J Clin Nutr. 2015 Aug;69(8):944-8. doi: 10.1038/ejcn.2015.39. Epub 2015 Apr 1.
Metabolic and physiologic effects from consuming a hunter-gatherer (Paleolithic)-type diet in type 2 diabetes.
Masharani U1, Sherchan P1, Schloetter M2, Stratford S1, Xiao A1, Sebastian A3, Nolte Kennedy M1, Frassetto L1.

Diabetes Metab Res Rev. 2017 Jan;33(1). doi: 10.1002/dmrr.2828. Epub 2016 Jun 30.
Benefits of a Paleolithic diet with and without supervised exercise on fat mass, insulin sensitivity, and glycemic control: a randomized controlled trial in individuals with type 2 diabetes.
Otten J#1, Stomby A#1, Waling M2, Isaksson A3, Tellström A1, Lundin-Olsson L4, Brage S5, Ryberg M1, Svensson M3, Olsson T1.

https://www.thepaleomom.com/paleo-diet-for-diabetes/

Nutr Diabetes. 2016 Sep 19;6(9):e230. doi: 10.1038/nutd.2016.36.
Short-term safety, tolerability and efficacy of a very low-calorie-ketogenic diet interventional weight loss program versus hypocaloric diet in patients with type 2 diabetes mellitus.
Goday A1,2,3, Bellido D4, Sajoux I5, Crujeiras AB6,3, Burguera B7,8, García-Luna PP9, Oleaga A10, Moreno B11, Casanueva FF6,3.

Nutr Diabetes. 2017 Dec 21;7(12):304. doi: 10.1038/s41387-017-0006-9.
Twelve-month outcomes of a randomized trial of a moderate-carbohydrate versus very low-carbohydrate diet in overweight adults with type 2 diabetes mellitus or prediabetes.
Saslow LR1, Daubenmier JJ2, Moskowitz JT3, Kim S4, Murphy EJ4, Phinney SD5, Ploutz-Snyder R6, Goldman V4, Cox RM7, Mason AE4, Moran P4, Hecht FM4.

Articoli Recenti