Dopo il mio articolo sulle malattie infiammatorie croniche intestinali o IBD, mi è capitato di leggere un interessante report sulla correlazione tra IBS, ovvero sindrome da colon irritabile, IBD e SIBO.
Come nell’immagine che vedete in testa all’articolo tra IBS e IBD c’è una correlazione e a volte coesistenza, tra l’intersezione delle due si inserisce la SIBO.
Le IBD, come avevo già scritto nell’articolo precedente, sono patologie complesse in cui fattori genetici, ambientali, il microbioma e la reattività immunitaria contribuiscono all’insorgenza della malattia. Crohn e colite ulcerosa si manifestano in sedi preferenziali, l’intero tratto gastro intestinale con interessamento di tutta la parete per il crohn, colon e retto per la colite ulcerosa con interessamento della muscosa.
La sindrome da colon irritabile, IBS, racchiude un insieme di sintomi ascrivibili ad una diagnosi di esclusione. Secondo i criteri di Roma, si distinguono forme con prevalenza di diarrea, con prevalenza di stipsi, con un’alternanza di stipsi e diarrea o post infettive.
I sintomi prevalenti sono dolore addominale, gonfiore, alterata motilità, stipsi, diarrea, spasmi addominali, disagio. Le persone che soffrono di questi sintomi sono spesso coinvolte emotivamente, ovvero lo stress e la gestione emotiva ed affettiva possono slatentizzare i sintomi e/o scatenarli. La qualità di vita è spesso scadente, il disagio è grande, soprattutto quando si è fuori casa o con altre persone.
IBS e IBD possono coesistere.
Alcuni ricercatori correlano la prevalenza di IBS prima dell’insorgenza di IBD, questo non determina sempre una causalità, la clinica dimostra che possa esserci un continuum.
Ciò che sta alla base di questa affermazione è un meccanismo infiammatorio: aumento produzione di citochine infiammatorie, alterazione del microbioma, modulazione della reattività immunitaria, infiammazione, reclutamento cellule immunitarie, ulteriore produzione di citochine.
Questo tuttavia non preclude il fatto che un paziente con IBD non possa sviluppare IBS. Ad esempio in una fase di remissione in cui calprotectina fecale e lattoferrina fecale sono nella norma, il paziente potrebbe comunque riportare sintomi ascrivibile ad IBS.
Ovviamente ci sono casi in cui non ci sono sovrapposizioni, ma è bene saper riconoscere a quale problema sono dovuti i sintomi per poter intervenire adeguatamente.
E la SIBO?
E’ noto come la SIBO possa essere tra le cause di intestino irritabile, tuttavia è spesso presente anche in pazienti con IBD. Quale è la differenza?
Se la SIBO è un fattore causale per IBS, nelle IBD ne è conseguenza.
L’infiammazione, l’alterazione del microbioma e l’iper reattività immunitaria sono correlate ad alterazione della motilità intestinale (transito accelerato o rallentato), favorendo l’insorgenza della SIBO.
Spesso è coinvolto il MMC (migrating motor complex) responsabile del movimento del cibo nel tratto gastro intestinale, ulteriore fattore favorente la sovracrescita batterica.
Sapere quale sia la causa del sintomo migliora l’efficacia del trattamento e riduce la frustrazione di cure non adeguate, in persone spesso esauste dai sintomi invalidanti.
Curare la SIBO spesso riduce molto bene i sintomi riportati come IBS, e sapendo della correlazione tra IBS e IBD, si agisce anche in ottica preventiva.
Spesso trattare la SIBO in pazienti con IBD può velocizzare il processo di remissione.
Un gioco ad incastri di sintomi, ma per aiutare i pazienti a stare meglio è fondamentale risalire alle cause.
In tutto questo, oltre alla medicina convenzionale che può o meno essere necessaria e/o indispensabile, ci sono alimentazione, stile di vita ed integrazione quali potenti strumenti di cura.