Sensibilità al Glutine non Celiaca e Cervello

da | Mag 27, 2017 | Blog

Negli ultimi anni è aumentata la consapevolezza degli effetti del glutine sulla salute dell’uomo. Un numero sempre maggiore di professionisti sanitari e medici riconosce che la celiachia è una manifestazione estrema di una sensibilità al glutine e che molti pazienti potrebbero soffrire di sensibilità al glutine non celiaca (NCGS).
Nonostante la NCGS sia spesso associata a disturbi del sistema digestivo potrebbe avere effetti negativi sulla salute cerebrale.

Cos’è la sensibilità al glutine non celiaca?
NCGS è un disturbo cronico gastrointestinale diverso dalla celiachia, chi ne soffre mostra una molteplicità di sintomi in seguito all’assunzione di glutine.
La celiachia quindi non è l’unica manifestazione della sensibilità al glutine, ma ne esiste un largo spettro.
Come nella celiachia, la NCGS stimola una risposta immunitaria, nella prima la reazione coinvolge il sistema immunitario innato e adattativo, nella seconda solo quello innato. Inoltre nella NCGS non si presenta atrofia dei villi intestinali.
I sintomi migliorano o scompaiono quando il glutine viene rimosso dalla dieta e ricompaiono se il glutine viene reintrodotto.
I criteri diagnostici della NCGS:
– L’ingestione di glutine porta al manifestarsi di sintomi intestinali ed extra intestinali
– I sintomi scompaiono quando il glutine viene rimosso dalla dieta e ritornano quando il glutine viene reintrodotto
– È stata esclusa la presenza di allergia al frumento
– È stata esclusa la diagnosi di celiachia
– La mucosa intestinale è normale (non compare atrofia dei villi)
– Gli anticorpi anti gliadina possono essere positivi (IgG)
– HLA/DQ2 e HLA/DQ8 possono essere positivi

Nonostante la NCGS si stima colpisca un numero sempre maggiore di persone, le evidenze scientifiche sulla sintomatologia, test diagnostici e disordini associati sono carenti e rimane un disturbo sotto diagnosticato e non trattato.
La sensibilità al glutine è la più conosciuta reazione non celiaca, non allergica al frumento, tuttavia è possibile che alcuni soggetti siano sensibili anche ad altre componenti del frumento come lectine, inibitori enzimatici, esomorfine, che sono un sottoprodotto della digestione del glutine che agiscono come oppioidi. I sintomi sono simili a quelli per la NCGS e il termine per definire questa reattività è sensibilità non celiaca al frumento.
Non tutti sono sensibili al glutine ed ogni persona reagisce alla sua ingestione in modo diverso, tuttavia nei soggetti sensibili il glutine può influire sulla salute neurologica.

La NCGS influenza l’asse intestino-cervello
I sintomi possono essere limitati al tratto gastrointestinale, come diarrea, stipsi, gonfiore. Un crescente numero di ricerche scientifiche indica tuttavia che la sensibilità al glutine può avere ripercussioni neurologiche gravi.
Questo perché viene alterato l’asse intestino-cervello, un’asse bidirezionale: ciò che influenza l’intestino influenza il cervello e viceversa.
La NCGS causa infiammazione intestinale e questa raggiunge il cervello causando neuroinfiammzione e disfunzioni nel cervello.

La neuroinfiammazione gioca un ruolo centrale nelle patologie neurologiche:

– Il consumo di glutine causa disbiosi ed infiammazione intestinale e ne aumenta la permeabilità.
– Un’aumentata permeabilità intestinale permette ai lipopolisaccaridi prodotti dai batteri intestinali di entrare nel sistema circolatorio e attivare una reazione immunitaria ed infiammatoria.
– Lipopolisaccaridi e citochine infiammatorie causano un accumulo di tossine in circolo alimentando l’infiammazione sistemica.
– Quando l’infiammazione raggiunge il cervello causa neuroinfiammazione.
– La neuroinfiammazione porta disfunzioni cerebrali, disordini cognitivi e aumenta la vulnerabilità a disordini neurodegenerativi.

La sensibilità al glutine potrebbe essere quindi una delle cause sottostanti della neuroinfiammazione, alterando la normale funzione cerebrale.

La sensibilità al glutine non celiaca è associata a depressione ed ansia, disturbo bipolare, schizofrenia, autismo, al disturbo da deficit di attenzione e iperattività, disordine neurodegenerativi come alzheimer’s e parkinson’s.
Ciò che accumuna queste patologie è l’infiammazione e l’alterazione del microbioma, importante regolatore del sistema immunitario, dell’infiammazione, della neurotrasmissione (produzione di neurotrasmettitori).

Riparare l’asse intestino-cervello
Per modificare la progressione dei disturbi neurodegenerativi è necessario ristabilire l’equilibrio tra intestino e cervello.
– Rimuovendo il glutine dalla dieta, favorendo il consumo di vegetali ed ortaggi di stagione, un po’ di frutta ma non troppa, ottime fonti di proteine (uova, pesce e carne di animali non allevati intensivamente), una buona quota di grassi buoni, noci e semi, piccole dosi di cereali integrali naturalmente privi di glutine.
– Ristabilendo un buon equilibrio del microbioma grazie a probiotici come lactobacilli e bifidobatteri e a prebiotici.
– Riducendo l’infiammazione generale, lo stress ossidativo grazie a una dieta anti infiammatoria ricca di anti ossidanti naturali.
– Stimolando il nervo vago attraverso tecniche specifiche: il nervo vago contiene fibre afferenti, dall’intestino al cervello ed efferenti, dal cervello all’intestino. Una stimolazione mirata del nervo vago favorisce l’attivazione del sistema parasimpatico, responsabile della funzione “rest and digest” (riposo e digestione), curando la salute intestinale e del cervello.

NB: Non siamo tutti sensibili al glutine e al frumento, ma ci sono validi motivi per ridurne il consumo:
– Il frumento moderno è un frumento che ha subito una serie di modifiche (ibridazioni) tali per cui il nostro organismo non lo riconosce e di conseguenza attiva una reazione immunitaria ed infiammatoria.
– Oggi il glutine è contenuto in moltissimi alimenti di consumo quotidiano.
– Pesticidi ed erbicidi usati nell’agricoltura sono pericolosi interferenti endocrini e distruttori del microbiota.
– Il glutine, la frazione gliadina in particolare, irrita la parete intestinale.

Consumo consapevole e varietà!

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