dopo il parto, il primo pianto insieme al primo respiro nel mondo, il neonato cerca il seno della mamma per nutrirsi ma soprattutto per entrare in contatto con la mamma e farne esperienza attraverso la suzione.
l’ OSSITOCINA fluisce nel pupo e nella madre, creando uno stato di benessere, piacere, coccola e nutrimento di amore e di cibo, garantendo al piccolino di ricevere, assorbire e utilizzare tutto ciò di cui ha bisogno
se ci pensate il bimbo piccolo mette in bocca tutto perché usa lingua e cavo orale per conoscere il mondo, sviluppare tolleranza immunologica e garantire il neuro sviluppo
e quando si cresce?
masticare è ancestralmente come la suzione dal seno materno.. permette attraverso il nervo vago di dare un segnale di sicurezza garantendo neuroplasticità, benessere fisico e mentale, senso di calma e piacere (l’opposto del più frequente mood di fretta, stress, nervosismo, arrabbiature…)
quando mastichiamo bene e assaporiamo tenendo in bocca a lungo un cibo piacevole per il nostro gusto ci sentiamo sicuri, attiviamo rest and digest mode.
cosa che NON accade se scegliamo freneticamente e senza pensare troppo cibi che non piacciono o sono disgustosi = potrebbe addirittura metterci in allerta e provocare vomito e diarrea
il cibo masticato arriva nello stomaco, che rilascia OSSITOCINA che con il nervo vago raggiunge il cervello e di nuovo il segnale è di sicurezza, quindi posso digerire ed assorbire, ridurre l’infiammazione post prandiale e lo stress, migliorare la secrezione di enzimi e bile, la motilità intestinale
dietro la masticazione c’è la salute mentale e metabolica, che inizia dalla nascita con il primo atto di nutrirsi e prosegue, se lo vogliamo, per tutta la vita
La lingua ed il cavo orale servono a fare esperienza con il mondo esterno, alleniamoci ad usarli per avere un rapporto con il cibo e con il nostro funzionamento intimo e piacevole.
parlo di OSSITOCINA anche per un aspetto metabolico ed ormonale, insieme ad un altro neuro-ormone, la VASOPRESSINA, entrambi prodotti dall’ipotalamo e poi rilasciati attraverso l’ipofisi posteriore in circolo.
i recettori per questi neuro-ormoni li abbiamo in diversi organi e tessuti
evolutivamente parlando l’essere umano vive per sopravvivere, proteggersi, riprodursi, queste attività sono sostenute da ormoni, neurotrasmettitori (in particolare la DOPAMINA) e OSSITOCINA e VASOPRESSINA.
alcuni ricercatori parlano di una certa dominanza dell’ossitocina nella donna (bisogno di sentirsi al sicuro – tono parasimpatico) e di vasopressina nell’uomo (vigore – tono simpatico), entrambi vanno a regolare il sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico), quindi la cascata ormonale dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide-gonadi-surrene, l’attività di organi importantissimi come pancreas, cuore, fegato, reni, intestino, tessuto adiposo e muscolare…
come diceva quello spot pubblicitario…??? “fate l’amore con il sapore…”
stay curious and chew your food // rimani curioso e… mastica lentamente ogni sacro santo boccone, giocaci con la lingua, percepisci sapore e consistenze…
lascio il passo ad una carissima collega e amica, la DR THALIA ROSSI, con cui ci sono idee in cantiere. aggiunge un paio di note importanti sul tema, vi lascio le sue parole:
Quando nasciamo, il nostro primo contatto con il mondo passa dal nutrimento. Il latte materno – o il biberon – non ci dà solo calorie: è calore, odore, sguardo, protezione. Freud lo descriveva come la prima esperienza di piacere e sicurezza, tanto che lo svezzamento diventa un momento delicato, perché il bambino deve capire che la mamma non è “sempre lì” fisicamente, ma la sicurezza può restare anche dentro di lui.
Per Jung, dietro al gesto del nutrire c’è l’archetipo della Grande Madre: una forza universale che rappresenta la vita che accoglie, nutre e fa crescere. Quando mangiamo qualcosa che ci fa stare bene, non stiamo solo riempiendo lo stomaco: stiamo, in un certo senso, dialogando con questa immagine profonda di protezione.
Anche le ricerche più moderne confermano che il cibo non è solo “carburante”: è un segnale al corpo che dice sei al sicuro, puoi rilassarti. E quando questo segnale viene a mancare – perché mangiamo in fretta, in stress, o cibi che non ci fanno bene – il corpo può percepire uno stato di allerta.
In pratica: ciò che scegliamo di mettere nel piatto può diventare un messaggio di cura verso noi stessi. Non è solo “cosa” mangiamo, ma come e in che contesto. Un pasto caldo, mangiato con calma e in un ambiente sereno, può avere un effetto rassicurante tanto quanto un abbraccio.