CHEWING / MASTICARE E FARE ESPERIENZA CON IL CIBO

da | Ago 14, 2025 | Blog

dopo il parto, il primo pianto insieme al primo respiro nel mondo, il neonato cerca il seno della mamma per nutrirsi ma soprattutto per entrare in contatto con la mamma e farne esperienza attraverso la suzione.

l’ OSSITOCINA fluisce nel pupo e nella madre, creando uno stato di benessere, piacere, coccola e nutrimento di amore e di cibo, garantendo al piccolino di ricevere, assorbire e utilizzare tutto ciò di cui ha bisogno 

se ci pensate il bimbo piccolo mette in bocca tutto perché usa lingua e cavo orale per conoscere il mondo, sviluppare tolleranza immunologica e garantire il neuro sviluppo

 

 

e quando si cresce?

masticare è ancestralmente come la suzione dal seno materno.. permette attraverso il nervo vago di dare un segnale di sicurezza garantendo neuroplasticità, benessere fisico e mentale, senso di calma e piacere (l’opposto del più frequente mood di fretta, stress, nervosismo, arrabbiature…) 

quando mastichiamo bene e assaporiamo tenendo in bocca a lungo un cibo piacevole per il nostro gusto ci sentiamo sicuri, attiviamo rest and digest mode.

cosa che NON accade se scegliamo freneticamente e senza pensare troppo cibi che non piacciono o sono disgustosi = potrebbe addirittura metterci in allerta e provocare vomito e diarrea

il cibo masticato arriva nello stomaco, che rilascia OSSITOCINA che con il nervo vago raggiunge il cervello e di nuovo il segnale è di sicurezza, quindi posso digerire ed assorbire, ridurre l’infiammazione post prandiale e lo stress, migliorare la secrezione di enzimi e bile, la motilità intestinale 

dietro la masticazione c’è la salute mentale e metabolica, che inizia dalla nascita con il primo atto di nutrirsi e prosegue, se lo vogliamo, per tutta la vita 

La lingua ed il cavo orale servono a fare esperienza con il mondo esterno, alleniamoci ad usarli per avere un rapporto con il cibo e con il nostro funzionamento intimo e piacevole. 

 

 

parlo di OSSITOCINA anche per un aspetto metabolico ed ormonale, insieme ad un altro neuro-ormone, la VASOPRESSINA, entrambi prodotti dall’ipotalamo e poi rilasciati attraverso l’ipofisi posteriore in circolo.

i recettori per questi neuro-ormoni li abbiamo in diversi organi e tessuti

evolutivamente parlando l’essere umano vive per sopravvivere, proteggersi, riprodursi, queste attività sono sostenute da ormoni,  neurotrasmettitori (in particolare la DOPAMINA) e OSSITOCINA e VASOPRESSINA.

alcuni ricercatori parlano di una certa dominanza dell’ossitocina nella donna (bisogno di sentirsi al sicuro – tono parasimpatico) e di vasopressina nell’uomo (vigore – tono simpatico), entrambi vanno a regolare il sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico), quindi la cascata ormonale dell’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide-gonadi-surrene, l’attività di organi importantissimi come pancreas, cuore, fegato, reni, intestino, tessuto adiposo e muscolare…

 

come diceva quello spot pubblicitario…??? “fate l’amore con il sapore…” 

stay curious and chew your food // rimani curioso e… mastica lentamente ogni sacro santo boccone, giocaci con la lingua, percepisci sapore e consistenze… 

 

lascio il passo ad una carissima collega e amica, la DR THALIA ROSSI, con cui ci sono idee in cantiere. aggiunge un paio di note importanti sul tema, vi lascio le sue parole:

Quando nasciamo, il nostro primo contatto con il mondo passa dal nutrimento. Il latte materno – o il biberon – non ci dà solo calorie: è calore, odore, sguardo, protezione. Freud lo descriveva come la prima esperienza di piacere e sicurezza, tanto che lo svezzamento diventa un momento delicato, perché il bambino deve capire che la mamma non è “sempre lì” fisicamente, ma la sicurezza può restare anche dentro di lui.

Per Jung, dietro al gesto del nutrire c’è l’archetipo della Grande Madre: una forza universale che rappresenta la vita che accoglie, nutre e fa crescere. Quando mangiamo qualcosa che ci fa stare bene, non stiamo solo riempiendo lo stomaco: stiamo, in un certo senso, dialogando con questa immagine profonda di protezione.

Anche le ricerche più moderne confermano che il cibo non è solo “carburante”: è un segnale al corpo che dice sei al sicuro, puoi rilassarti. E quando questo segnale viene a mancare – perché mangiamo in fretta, in stress, o cibi che non ci fanno bene – il corpo può percepire uno stato di allerta.

In pratica: ciò che scegliamo di mettere nel piatto può diventare un messaggio di cura verso noi stessi. Non è solo “cosa” mangiamo, ma come e in che contesto. Un pasto caldo, mangiato con calma e in un ambiente sereno, può avere un effetto rassicurante tanto quanto un abbraccio.

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