Gli ormoni sessuali e l’intestino al centro della salute (e patologia)

da | Apr 17, 2020 | Blog

Preparatevi a leggere un articolo lungo e teorico, ma che servirà per porre le basi ad altri articoli più pratici, con consigli per migliorare la salute intestinale, l’equilibrio ormonale e la salute.

Mi sono di recente imbattuta in un paio di articoli che mi hanno messo in difficoltà nel tentativo di comprenderli bene.
Ho letto e riletto alcune parti, alla fine mi sono resa conto che la difficoltà nel capire quello che stavo leggendo stava nella natura stessa dell’argomento.

Stavo cercando qualcosa in merito all’influenza che gli ormoni sessuali hanno sulla salute intestinale. Le donne tendono a soffrire maggiormente di disturbi intestinali e di malattie autoimmuni rispetto agli uomini, le donne notano un acuirsi dei sintomi intestinali intorno al ciclo mestruale, patologie al femminile, quali endometriosi e sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) sono spesso associate a sintomi intestinali.
Le donne percepiscono in modo maggiore la distensione addominale, il dolore addominale e pelvico.

Cercherò di spiegare un po’ come gli ormoni sessuali interagiscono a livello di asse intestino-microbiota-cervello e quindi sui disturbi intestinali funzionali.
Le interazioni sono a più livelli perché i recettori per estrogeni, progesterone, testosterone sono dislocati in diversi tipi cellulari: sulle cellule intestinali, sui neuroni, su cellule immunitarie, su cellule adipose.

SINTOMI INTESTINALI ED STATO ORMONALE
Il ciclo mestruale di una donna comprende una fase mestruale, una fase follicolare, l’ovulazione, una fase luteale. Durante ognuna di esse i livelli di estrogeni e progesterone fluttuano in maniera diversa, trovando il loro picco più basso poco prima e nei primi giorni della mestruazione.
Gli ormoni sessuali regolano la contrattilità viscerale, la motilità ed il transito intestinale, la sensibilità al dolore, le secrezioni intestinali, modulano la permeabilità e influenzano l’immunità sia in periferia sia a livello centrale (cervello).
Bassi livelli ormonali correlano con aumento dei sintomi tra cui il dolore, il gonfiore, l’alterazione dell’alvo.
Nei giorni che precedono il ciclo e quelli della mestruazione gli ormoni crollano e i sintomi si acuiscono. Nella fase follicolare gli estrogeni salgono e i disturbi si riducono.
La forte oscillazione intorno all’ovulazione (prima dell’ovulazione si assite ad un picco di estrogeni, che poi scendono per lasciare spazio al progesterone che domina la fase luteale) può riacutizzare i sintomi.
Nella fase luteale il progesterone è più alto e si assiste ad un secondo picco di estrogeni, anche in questo caso la donna avverte meno disagio.

La dismenorrea è correlata a maggiori sintomi intestinali in donne che soffrono di sindrome dell’intestino irritabile (IBS).

Esiste una forte correlazione tra endometriosi, PCOS, sintomi intestinali e dolore pelvico. L’endometriosi è una patologia sensibile agli estrogeni, nella PCOS sono presenti disequilibri ormonali e metabolici tanto da ipotizzare un legame tra obesità, stato ormonale e IBS.

Gravidanza: periodo in cui estrogeni e progesterone raggiungono fisiologicamente i livelli maggiori. In genere le donne soffrono meno di disturbi intestinali, se non un transito rallentato dal progesterone. In quei mesi la donna ha un assetto ormonale protettivo anche a livello del sistema nervoso: quella sensazione di calma e di serenità (evolutivamente protettivo).

Menopausa: sembrerebbe che dopo la menopausa le donne soffrano meno di IBS, ma maggiormente di flatulenza e gonfiore.
La perimenopausa invece risulta essere un periodo delicato, spesso accompagnato a squilibrio tra estrogeni e progesterone, che si riflette su intestino, sistema nervoso centrale e immunità.

L’uso della pillola estro progestinica sembra peggiorare i sintomi in fase mestruale. Tuttavia donne che già soffrono di IBS trarrebbero beneficio sul dolore.
Nella menopausa la terapia ormonale sostitutiva prolungherebbe i sintomi intestinali e di certo induce cambiamenti nella funzione gastrointestinale in donne precedentemente in salute.

Ho usato spesso il condizionale perché gli studi non giungono ad un unica conclusione, anzi spesso i dati sono contrastanti. Si evidenzia però un legame intricato tra livelli ormonali e intestino.

Ed il testosterone?
Gli androgeni hanno un ruolo protettivo per i sintomi intestinali, hanno un effetto antinfiammatorio e antidolorifico.
Uomini con scarsi livelli di testosterone e/o aumento delle globuline che trasportano gli ormoni sessuali registrano una maggior prevalenza di sintomi da IBS con prevalenza diarrea.

ORMONI SESSUALI E SISTEMA NERVOSO CENTRALE
I neuroni cerebrali esprimono numerosi recettori per gli estrogeni.
Gli estrogeni modulano la risposta allo stress e al dolore viscerale.
I meccanismi di azione degli estrogeni sono molteplici: regolano la produzione e l’azione di neurotrasmettitori, influenzano l’eccitabilità e la funzione sinaptica.
Sembrano avere un ruolo di attivazione centrale attraverso acetilcolina e glutammato e neurotrofico attraverso BDNF (fattore neurotrofico di derivazione cerebrale).
Gli estrogeni sono sia antidolorifici, sia amplificatori del dolore.
L’azione degli estrogeni non finisce qui, influenza anche la risposta allo stress da dolore e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, infatti le zone del cervello dotate di recettori per gli estrogeni esprimono anche recettori per il fattore di rilascio dei corticoidi (da cui deriva poi il cortisolo).
Il dolore e disagio intestinale sono percepiti come un fattore di stress, la cui risposta mediata dagli estrogeni amplifica l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene = maggiori livelli di cortisolo.
Gli estrogeni inoltre favoriscono la produzione di serotonina che nel cervello incrementa la sensazione di fatica.

Il ruolo del progesterone non è chiaro ma sembra avere un ruolo neuroprotettivo e calmante e la sua azione sembra dipendere dal GABA, neurotrasmettitore inibitorio.

Gli androgeni hanno un ruolo inibitorio e protettivo per quanto concerne la percezione centrale del dolore. Essi agiscono anche sull’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con un’inibizione del rilascio di ACTH (ormone ipofisario che stimola le surrenali a produrre cortisolo).

ORMONI SESSUALE E SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Gli estrogeni mediano la risposta a stimoli vagali modulando la percezione del dolore viscerale e pelvico e l’attivazione dei recettori per il glutammato, anch’essi coinvolti nella percezione dolorifica.
Il progesterone riduce la contrazione viscerale, quindi è protettivo nei confronti della percezione del discomfort intestinale.
Gli ormoni sessuali e le loro fluttuazioni influenzano il tono simpatico e parasimpatico, quindi uno stato di attivazione e allerta versus uno stato di calma e rilassamento.
Pensiamo alle diverse fasi del ciclo mestruale della donna, la prevalenza di estrogeni o progesterone spiega la connessione tra sistema nervoso autonomo e sintomi intestinali tipici dell’IBS, ma anche tra sistema nervoso e umore.

Interessante il rapporto bidirezionale tra ormoni sessuali e dolore: le terapie del dolore sembrano infatti avere un’azione anche sulla funzione gonadica e sulla produzione ormonale.

ORMONI SESSUALI, SISTEMA NERVOSO ENTERICO E SISTEMA IMMUNITARIO INTESTINALE
Le cellule che formano il sistema nervoso enterico esprimono recettori per gli estrogeni e per il fattore di rilascio delle corticotropine (attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene). Una volta attivati regolano la motilità intestinale, modulano i processi infiammatori e influenzano l’immunità.
L’attivazione dell’asse surrenale è correlata ad infiammazione.
Gli estrogeni attivano le cellule del sistema immunitario, le donne presentano una più forte risposta immunitaria sia di tipo umorale sia di tipo cellulare e sono più suscettibili a malattie autoimmuni.
Gli estrogeni hanno un ruolo sia pro infiammatorio, sia antinfiammatorio, a seconda del tipo di cellule bersaglio, del contesto infiammatorio (acuto o cronico).
Un altro tipo cellulare molto espresso a livello intestinale è rappresentato dalle mast cell, anch’esse sono dotate di recettori per estrogeni, progesterone e corticotropine. La loro attivazione correla con un aumento della sensibilità viscerale e con un aumento della permeabilità intestinale. La degranulazione delle mast cell provoca il rilascio di istamina, una molecola bioattiva che influenza il manifestarsi di altri sintomi extra intestinali quali mal di testa, cistite interstiziale, fatica cronica, dolore muscolare e/o articolare. Tutti sintomi che si acuiscono intorno all’ovulazione e si riducono in gravidanza.
Gli estrogeni regolano inoltre la permeabilità intestinale e l’espressione delle giunzioni strette con un effetto antinfiammatorio in assenza di infiammazione preesistente. Ne consegue anche un’azione sulla funzione assorbitiva e secretoria.

Progesterone ed androgeni influenzano la sensibilità viscerale e la motilità attraverso le prostaglandine con un effetto rilassante.
Il progesterone può inibire l’attivazione delle mast cell da parte degli estrogeni (effetto di bilanciamento tra gli ormoni).
Androgeni e progesterone hanno un ruolo antinfiammatorio e riducono l’iperattivazione del sistema immunitario (riducendo i TLR4 su macrofagi e monociti ovvero quei recettori cellulari che legano potenziali antigeni pericolosi).
Il testosterone, anche nelle donne, ha una grande importanza, a livello intestinale modula la contrazione delle fibre muscolari, il dolore e riduce l’infiammazione.

ORMONI SESSUALI E MICROBIOTA
Gli ormoni sessuali sono in grado di modulare composizione, diversità e virulenza del microbiota. Ad esempio una dominanza estrogenica rende la candida più cattiva.
A sua volta il microbiota influenza i livelli ormonali e il loro metabolismo, si parla infatti di estroboloma. Lo stato ormonale regolato dal microbiota influenza l’immunità, di nuovo una spiegazione della prevalenza di malattie autoimmuni nelle donne.
Il testosterone sembra avere un ruolo protettivo per le malattie autoimmuni.
Gli autori suggeriscono un nuovo concetto, quello di “microgenderome”, mettendo al centro di molte malattie non il microbiota in generale, ma il microbiota femminile o maschile.

Il microbiota è importantissimo per il mantenimento dell’integrità delle parete intestinale, influenza il sistema immunitario e l’infiammazione, mentre nella disbiosi vengono meno questi fattori protettivi e aumenta il rischio di leaky gut. La perdita della funzione di barriera selettiva aumenta il rischio di traslocazione batterica ed endotossiemia.
Abbiamo visto che gli estrogeni hanno un ruolo nel mantenimento dell’integrità di membrana e influenzano il microbiota, al contempo essi stessi sono modulati dal microbiota e dalla presenza/assenza di infiammazione.

La complessa interazione tra microbiota, estrogeni, immunità, infiammazione e leaky gut apre la strada per una visione di genere di molte malattie.

Obesità e sindrome metabolica: maggior incidenza nelle donne post menopausa, quando i livelli di estrogeni sono più bassi e il microbiota produce meno acidi grassi a corta catena (butirrato) dalle spiccate proprietà antinfiammatorie.

Endometriosi: sembrerebbe esserci un microbiota in grado di de coniugare una maggior quantità di estrogeni che verrebbero così riassorbiti e riportati in circolo. Un microbiota alterato è fattore infiammatorio e potenziale fonte di endotossine batteriche che possono raggiungere l’utero. qui potete leggere un approfondimento sull’endometriosi.

PCOS: sindrome caratterizzata da disequilibrio ormonale e metabolico. Spesso gli estrogeni sono inferiori rispetto agli androgeni. Nel microbiota di donne affette da PCOS sembrerebbe essere presente un batterio in gradi di produrre testosterone, incrementando il disequilibrio ormonale.

Iperplasia dell’endometrio: correlata a PCOS ed obesità. La maggior presenza di tessuto adiposo aumenta la produzione di estrone (un potente estrogeno con effetto proliferativo), responsabile dell’iperplasia. La modulazione del microbiota intestinale migliorerebbe il profilo metabolico ed ormonale di donne obese.

Infertilità: obesità, PCOS ed endometriosi sono situazioni che mettono le donne in una condizione sfavorevole per la fertilità. Anche in questo caso un microbiota in salute migliora il profilo ormonale e metabolico, la stessa metformina, farmaco usato in soggetti obesi e con PCOS, agisce anche sul microbiota aumentando la presenza di akkermansia e modificandone la composizione.

Cancro: la dominanza estrogenica è un fattore di rischio per cancro sensibile agli ormoni come quello endometriale, cervicale, ovarico, prostatico, al seno perché gli estrogeni hanno un effetto proliferativo (molto forte quando si legano ai recettori alfa). Il microbiota risulta alterato in numerosi casi di cancro.

Malattie cardiovascolari: maggior prevalenza dopo la menopausa per il crollo degli estrogeni e del progesterone. Gli estrogeni sono protettivi per la salute cardiovascolare e riducono l’infiammazione, mantengono a livelli più bassi le lipoproteine LDL.
L’utilizzo di fitoestrogeni nelle donne dopo la menopausa sembrerebbe essere protettio se il microbiota riesce a metabolizzarli bene.
Il crollo ormonale post menopausa inoltre influenza l’integrità di barriera intestinale aumenta il rischio di traslocazione batterica, endotossiemia, infiammazione e riduzione di butirrato con effetti sul sistema cardiovascolare e profilo metabolico.

Intestino cervello: disturbi della memoria, della concentrazione, difetti cognitivi, ansia e depressione sono maggiormente presenti nelle donne dopo la menopausa rispetto agli uomini e alle donne pre menopausa. Anche in questo caso una riduzione dell’estroboloma correla con più bassi livelli di estrogeni.

Tutto questo ci porta a pensare che siano necessari una medicina ed una nutrizione di genere.
La stessa risposta alle terapie e ai farmaci non è uniforme tra uomini e donne, e può essere spiegato dall’azione degli ormoni sessuali sul metabolismo epatico dei farmaci (citocromo P450).

Approcci integrati che coinvolgano lo stile di vita e le scelte alimentari avrebbero un potenziale di prevenzione, cura e/o supporto terapeutico altissimo data la centralità della salute intestinale e dell’equilibrio ormonale.
qui e qui trovate alcuni approfondimenti sul ruolo di alimentazione e stile di vita.
Ricordiamo che variazioni dietetiche riescono a modulare il microbiota già in 1-3 giorni!

Dopo questa lunga spiegazione nei prossimi articoli sarò più pratica! come lo stile di vita e l’alimentazione possono supportare la salute intestinale ed ormonale.

biblio
Estrogen–gut microbiome axis: Physiological and clinical implications
James M. Bakera,b,1, Layla Al-Nakkashc, Melissa M. Herbst-Kralovetza,d. Maturitas 103 (2017) 45–53

Sex hormones in the modulation of irritable bowel syndrome
Agata Mulak, Yvette Taché, Muriel Larauche. World J Gastroenterol 2014 March 14; 20(10): 2433-2448

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