Capita anche a voi di trovare pacchettini di lenticchie nella dispensa nei primi giorni dell’anno? Spesso vengono regalati e/o acquistati per le feste di Natale e fine anno, altrettanto di frequente ne rimane qualche sacchetto aperto o ancora da usare.
Le lenticchie sono leguminose e come tali apportano una discreta quota di carboidrati, prevalentemente amidi (54 gr su 100 gr di prodotto secco), proteine vegetali 25 gr su 100 gr di prodotto secco, pochissimi grassi. Sono ricche in fibre, circa 13,7 gr su 100 gr di prodotto secco, e contribuiscono al fabbisogno di fosforo, calcio, ferro, potassio, zinco, folati.
La loro digeribilità è maggiore rispetto a ceci e fagioli, soprattutto nella versione decorticata. Per favorirne la tolleranza è consigliato di ammollare le lenticchie in acqua per almeno 8 h, cuocere con un pezzetto di alga kombu o 1 foglia di alloro (che andranno rimossi) in tegame di coccio o terracotta, salando solo alla fine, oppure cuocendole in acqua (+ alga o bicarbonato) e poi scolandole per usarle in insalata o per la preparazione di altri piatti.
Ne esistono di varie tipologie: verde, rossa, gialla, nera, decorticata, intera.
Quelle di Castelluccio di Norcia sono IGP, molti i presidi slow food: lenticchie nere delle colline ennesi, quelle di Villalba, di Ustica, di Santo Stefano di Sessanio, di Rascino in Italia, le bionde francesi di Saint Flour, quelle del giura svevo dalla Germania.
Vi lascio la ricetta di polpettine semplicissime.