HONEY… OH SUGAR, SUGAR…

da | Dic 27, 2024 | Blog

Parliamo di zucchero, in particolare del fruttosio, un monosaccaride presente in diversi alimenti, tra cui frutta e miele, è una molecola che insieme al glucosio forma il saccarosio, ovvero lo zucchero come lo immaginiamo, quei granellini bianchi sottili sottili.

Il fruttosio presente nella frutta è ben altra cosa di quello che viene assunto attraverso alimenti dolci o bevande zuccherate o succhi.

La frutta contiene relativamente basse quantità di fruttosio (meno di 4 volte quelli di un bicchiere di bibita) e contiene fibre che hanno un effetto protettivo, rallentando il transito gastrointestinale, supportando il microbioma e proteggendo così la mucose intestinale.

Il nostro intestino ha una grande capacità di proteggerci… tutto ciò che è nel lume intestinale è ancora OUT e la barriera intestinale con il microbiota, il muco, gli enzimi, il sistema immunitario… regola il passaggio di ciò che sarà IN.

E l’intestino è in grado di fare moltissime cose tra cui: de novo lipogenesi, gluconeogenesi, produzione di acidi organici, lattato e tantissimi altri metaboliti. 

Poiché il fruttosio viene metabolizzato un pò come l’alcol (= pericolo!!!), già l’intestino lo trasforma in glucosio, acidi organici, lattato, acidi grassi che possono divenire IN ed essere veicolati al fegato e/o in circolo. 

questo succede soprattutto se la dieta è ricca di fruttosio e di grassi, il fruttosio metabolizzato dall’intestino tenue producendo metaboliti circolanti, tra cui alcuni glicolipidi, come l’acido glicerico, potenzialmente dannoso per il pancreas, aumentando il rischio di ridotta tolleranza glucidica e diabete (studio sui topi)

 

 

Ma… se il carico di fruttosio è altissimo, l’intestino non riesce a far fronte e il fruttosio arriverà al fegato… e qui iniziano i problemoni 

la capacità intestinale di gestire il fruttosio dipende anche dall’esposizione al fruttosio stesso: se seguo una dieta chetogenica o low carb e non consumo mai frutta e cibi che possono contenere fruttosio, l’enzima intestinale che si occupa di metabolizzarlo è meno efficiente, se invece sono una persona che consuma con maggior frequenza tali alimenti, l’enzima funziona meglio (si dice che è inducibile)

Il fruttosio consuma ATP, mandando segnali di scarsità e ci viene fame; aumenta la produzione di acido urico, di acidi grassi, lo stress ossidativo e purtroppo danneggia i mitocondri.

Alla lunga è tra gli indagati nell’eziopatogenesi di steatosi epatica, sindrome metabolica, insulino resistenza

Non solo… il carico elevato di fruttosio viene sfruttato dalle cellule tumorali (che non lo sanno usare) per far fare l fegato un organo metabolizzatore al loro servizio, ottenendo componenti importanti per nuove membrane cellulari e quindi replicarsi 

Ripeto, qui non si tratta di un pochino di fruttosio contenuto in piccoli frutti stagionali e locali, ma del sovraccarico di prodotti da forno, dolci, merendine, bevande, succhi, biscotti etc…

Avete ancora dubbi tra: 

  • Una ciotola di frutti di bosco o qualche spicchio di mela?
  • Un frappuccino da Starbucks?
  • Una ciotola di cereali honey crunch

 

NB: quindi la frutta fa bene? fa male? si può? N = 1 ovvero non c’è una risposta perchè tutto dipende dal contesto personale, dalla storia clinica, dalle abitudini attuali, dalla porzione consumata, dalla stagionalità e località della frutta, dalla qualità scelta…

 

immagine tratta da Cell Metabolism 2018

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