SPECIALE GUEST: RITMI CIRCADIANI, LUCE E…

da | Ott 5, 2021 | Blog

Sono orgogliosa di presentarvi Federica, una mia paziente, una persona in gamba che ha preso in mano la sua salute e la sua vita giovanissima.

L’ho conosciuta appena dopo una grave riacutizzazione, abbiamo lavorato sul ristabilire lo stato nutrizionale, colmato le carenze, abbiamo attraversato il v i r u s tenendoci in contatto via mail e con un paio di video call.

Abbiamo riaggiustato il piano alimentare più volte in relazione alle diverse situazioni e alla ripresa dell’attività fisica.

Federica, sin da subito, si è sempre dimostrata curiosa di conoscere, così abbiamo deciso di lavorare su più fronti, non solo dieta, non solo integrazione, non solo attività fisica, ma anche e soprattutto qualità del sonno, gestione dello stress, del riposo e, non da ultimo, i ritmi circadiani.

dimenticavo di dirvi, è un’eccellente infermiera che lavora su turni.

ho deciso di darle spazio perchè ha scelto di approfondire in prima persona gli aspetti legati alla luce, ai ritmi circadiani e all’inquinamento ambientale.

sono emozionata, queste sono le sue parole:

 

MISMATCH EVOLUTIVI: LUCI BLU ED ELETTROSMOG

Un altro pezzo si aggiunge al puzzle chiamato salute: il fattore ambiente.

Si definisce “mismatch evolutivo” quello squilibrio legato a un tratto che, dopo essersi evoluto e trasmesso per generazioni in un particolare ambiente, diventa disfunzionale se posto in un altro ambiente. 

Dagli albori dell’agricoltura ad oggi sono passate solo 333 generazioni, un tempo trascurabile rispetto ai 2,5 milioni di anni di percorso evolutivo. 

Le evidenze mostrano che il DNA è cambiato di pochissimo durante gli ultimi 40 mila anni.

Cordain Loren

Mi piace pensare alla salute come se fosse una specie di puzzle da comporre: ogni pezzo è fondamentale. Avere un solo pezzo non porta a nulla ma se anche uno solo manca il quadro è incompleto.

È così che da qualche anno a questa parte, inizialmente per dovere verso me stessa (avendo patologie autoimmuni non troppo reattive ai farmaci) poi per diletto, mi sono interessata a tutto ciò che può comprendere il concetto di “stile di vita sano”.

Partendo dall’integrazione massiva, passando per regimi alimentari, per mia auto imposizione, molto rigidi e restrittivi (non esistevano sgarri) e completando il tutto con attività fisica sul modello “più ne faccio e meglio è!”, spesso ignorando le indicazioni di professionisti a riguardo. Sono testarda, mi piace sperimentare e tendo a fare di testa mia.

Tutto ciò non mi ha risparmiato nel corso del tempo fasi di riacutizzazioni, anche importanti, delle mie patologie con conseguente stress psicologico e fisico.

Sono un’infermiera, il mio codice deontologico dice che dovrei “promuovere la cultura della salute favorendo stili di vita sani” cosa che a mio parere facevo ma mi ritrovavo comunque e con una certa ciclicità devastata dai sintomi delle riacutizzazioni. Un pessimo esempio!

Eppure c’era tutto: no fumo, no alcol (Ok, non proprio “no” ma comunque poco), dieta paleo, integrazione e attività fisica. Dove sbagliavo?

Certo in una fase iniziale tutti questi accorgimenti anche presi singolarmente, avevano avuto un effetto strepitoso ma… poi?

Solo recentemente ho capito di non aver mai considerato un fattore: l’ambiente. 

Si parla spesso di ambiente e di come l’essere umano lo stia devastando inquinandolo ma c’è un tipo di inquinamento che non si vede, è silente ma non per questo meno impattante sulla salute: l’elettrosmog.

Vi risparmio la definizione tecnica e vi dico che con “Elettrosmog” ci si riferisce a tutto ciò che riguarda gli schermi, l’illuminazione degli ambienti, gli elettrodomestici, i telefoni mobili, il WI-FI, ecc… quindi un bel problema considerando il fatto che la tecnologia è sempre più presente (e invadente) nella vita quotidiana.

Come incide tutto ciò sulla salute? Impattando negativamente sul sonno disallineando i ritmi circadiani. Lo so, sembra tutto un labirinto senza fine ma in salute è così: tutto collegato. La dieta da sola non basta, l’integrazione da sola non basta, l’attività fisica… avete capito.

Il sonno… beh, se seguite la Dott.ssa Bertini da un po’ saprete che “è un momento dedicato a rielaborare, ripulire, riparare…” Durante il sonno il corpo e il cervello si rigenerano. Tutto ciò a una condizione: che tutte le sue fasi abbiano una certa durata. Ed qui che entra in gioco l’elettrosmog. La luce delle case, degli schermi e dei dispositivi elettronici ricorda ai nostri occhi che è giorno (anche di notte), di conseguenza niente melatonina (ormone del sonno) e pessimo sonno. Pessimo sonno = maggiore stress. Maggiore stress = alterazione ritmi circadiani. Alterazione dei ritmi circadiani = alterazione della produzione di ormoni (melatonina). Alterazione della produzione di ormoni = pessimo sonno. Circolo vizioso infinito.

Una bella rivelazione questa, per me, essendo nerd nel tempo libero e facendo l’infermiera in ospedale.

Se ripenso a una decina di anni fa vedo la mia cameretta dotata di ogni comfort: computer con monitor gigante, televisore al plasma, playstation 2 (poi la 3 e oggi la 4), telefono cordless e modem WI-FI perennemente funzionante. Passavo intere giornate davanti ai video giochi. Il modo migliore per godersi appieno l’esperienza di gioco era di evitare che entrasse anche un solo spiraglio di luce dalla finestra e perché no? Un bel paio di cuffie wireless per non avere fili di mezzo. Neanche a dirvelo: ci si alzava solo per andare in bagno e si beveva poco per evitare l‘inconveniente. Esagerato? Provate a staccare la spina della consolle ai vostri figli mentre sono nel vivo della partita per vederne la reazione.  Altra pessima abitudine quella di ascoltare/guardare la TV o tenere acceso il PC con la serie del momento mentre studiavo. Ci mettevo ore per studiare un capitolo, continuamente distratta dallo schermo. Ammetto che più volte sono andata a dormire anche alle quattro di mattina perché dovevo sapere come andava a finire una puntata e poi la successiva o per sapere come andava avanti il videogioco. Questa cosa della suspense è micidiale!

Riflettendoci, col senno di poi, la vera domanda è “Come ho fatto a non ammalarmi prima?”

Per quanto riguarda il mio lavoro… eh! Si tratta di un lavoro su turni, tra cui quello notturno, in un ambiente pieno di illuminazione artificiale, monitor, apparecchi elettromedicali ecc… 

Diciamo che il mio sonno è sempre stato trascurato, prima per svago e poi per lavoro. 

E qui si entra nel vivo: come difendersi? Per la questione schermi è abbastanza “semplice”… staccarsene. So bene quanto diano dipendenza, specie lo smartphone (Awww… Facebook/Instagram e le sue notifiche!). Basta cominciare decidendo di limitarne l’uso a determinati periodi della giornata per esempio. Ci sono anche delle app apposite per limitare l’uso dei social tipo AppBlock e Stay Focused. E le consolle? Ho la playstation 4! Mica posso buttarla via! Se non si riesce a farne a meno è sufficiente ridurre il tempo di gioco a un paio di ore. Potrebbe essere utile puntare una sveglia che stabilisce “l’ora di spegnere” se si tratta di bambini. Si ridurrà notevolmente anche il senso di annebbiamento mentale post gaming.

E per quanto riguarda il lavoro? In fondo non posso evitare di stare davanti a uno schermo sul posto di lavoro essendo tutto informatizzato. Nemmeno chiedere di spegnere tutta l’illuminazione anche quando è buio… sarebbe difficile svolgere le varie attività (vi fareste fare un prelievo di sangue al buio?). Non posso nemmeno stare a casa quando devo fare il turno di notte. Devo dimettermi?

Ed è qui, tra i miei dubbi, le mie domande, la mia salute altalenante e qualche diretta Facebook tra professionisti della salute che ho deciso di partecipare all’evento “Rudimenti di light training” tenuto dagli Ingegneri Angelo Rossiello, Alessio Angeleri e dal Maestro Davide Cabras. Evento in cui ho potuto approfondire diversi argomenti di mio interesse tra cui l’Earthing (di cui ha dato un esempio l’Ing. Angeleri arrivando a piedi nudi e rimanendoci per tutto il tempo), luce, ritmi circadiani, ormoni e alcuni metodi per proteggersi dall’elettrosmog. 

Ed ora, reduce dalla recente esperienza e dopo aver letto qualche libro, qualche piccolo consiglio (che sto applicando personalmente) su come “resettare” i ritmi circadiani, migliorare il sonno evitando di doversi dimettere dal lavoro. 

Di base cerco di ricordare al mio corpo quale momento del giorno sia, ergo lo espongo alla luce (quella naturale) nei momenti principali, se possibile, della giornata: alba (mattino), mezzogiorno e tramonto (pomeriggio/tardo pomeriggio). Possibilmente, anzi, obbligatoriamente senza occhiali, ne da sole ne da vista: gli occhi devono vedere la luce (non diretta) senza filtri. Non imbrogliate! Vale anche per le lenti a contatto. 

Sono, tra le altre cose, miope e capisco la difficoltà di andare in giro senza occhiali. Al massimo si finisce per salutare chi non stava salutando noi o di non salutare chi conosciamo… pazienza.

Non è necessario che si tratti dell’alba quindi non puntate la sveglia: interrompere il sonno di proposito per vedere la luce dell’alba per ripristinare i ritmi circadiani non è sensato.

Cerco di espormi alla luce anche durante il lavoro prendendomi delle pause, come chi fuma, per uscire qualche minuto. Se non mi è possibile, apro una finestra e guardo fuori. Qualche minuto è meglio di niente.

Per quanto riguarda il telefono, il suo schermo, non deve essere la prima cosa che vediamo al mattino. Quindi niente zapping su Facebook/Instagram a vedere l’ultimo post pubblicato da Pinco Pallino. La prima cosa da fare, al mattino, è aprire la finestra e guardare fuori. 

Durante il lavoro, salvo eventuali emergenze (es: sto attendendo notizie di un caro in ospedale ecc) lo tengo in borsa e in modalità aereo, altrimenti disattivo solo la connessione internet in modo da poter ricevere comunque le telefonate. Può sembrare maniacale ma ricordo che lavoro in un ambiente devastato dall’elettrosmog e se posso togliere la mia connessione è già qualcosa.

A casa cerco di attivare il WI-FI quando necessario e di notte lo stacco: mentre si dorme il telefono non si usa e non ha senso lasciarlo acceso. Non tengo dispositivi elettronici in camera da letto mentre dormo o se li tengo li lascio spenti (tipo la TV che ormai fa solo da arredamento). Se si usa il telefono come sveglia metterlo in modalità aereo. Non lasciare in carica nessun tipo di dispositivo elettronico mentre si dorme.

Nell’ora prima di andare a dormire cerco di svolgere attività rilassanti: leggere, fare un bagno o una doccia calda, meditazione. A me personalmente non rilassa ma se voi lo trovate rilassante potete fare stretching. Niente schermi!

Cercate di evitare, se vi è possibile, di avere una camera da letto come quella della mia infanzia.

Dormo nel buio più totale: se dalla finestra entra luce artificiale viene percepita dall’occhio (la palpebra non filtra così bene) e interpretata come se fosse giorno. A questo scopo si possono utilizzare delle tende spesse e coprenti.

Per il turno di notte, invece, cerco di “ingannare” il cervello. 

Per abitudine mi sveglio comunque al mattino, senza sveglia, e svolgo le mie abituali attività come nulla fosse. Niente caffè. Programmo un riposino tra le 14 e le 16 del pomeriggio. Non sempre mi è possibile riposare prima del turno e niente… in quel caso la pago un po’. Ceno abbastanza presto (intorno alle 18) e prendo un caffè riservandomi di poterne bere un altro (uno soltanto) durante il turno, non oltre la mezzanotte: la caffeina ha un’emivita di circa 8 ore e potrebbe interferire con il sonno del mattino successivo. 

Niente spuntini/pasti durante il turno: non siamo fatti per mangiare di notte e negli anni questa abitudine può portare a problemi di salute di diverso tipo (e a me bastano quelli che ho già).

Una volta terminato il turno indosso occhiali da sole durante il tragitto lavoro-casa cercando di non far capire al mio corpo che dovrebbe svegliasi perché è mattina. 

Niente caffè! Devo dormire. Si può fare un’eccezione nel caso in cui si abiti distanti dal lavoro, meglio non addormentarsi mentre si guida: buon senso, sempre.

Faccio una doccia calda prima di addormentarmi e se mi riesce leggo. La stanza, essendo giorno potrebbe non essere al buio totale. In questo caso si può indossare una di quelle mascherine che danno anche per i viaggi in aereo. Nel caso in cui all’esterno ci siano rumori (il vicino che taglia l’erba, qualcuno col trapano, la signora del piano di sopra che passa l’aspirapolvere, i cani del vicinato che abbaiano, il figlio dei vicini che si esercita con la batteria), indossare tappi per le orecchie. Io li uso anche di notte perché abito in prossimità di una stazione ferroviara e vi garantisco che funzionano.

Quando mi sveglio, ricordo al mio corpo e ai miei occhi che è giorno, quindi, esco all’aria aperta o almeno apro la finestra e guardo fuori.

Per quanto riguarda l’Earthing (messa a terra) è una pratica consigliata per dormire meglio e alleviare l’infiammazione corporea. Consiste nel camminare a piedi nudi sulla terra. Si può fare su sabbia, erba, terreno nudo e cemento. Praticarlo nei momenti in cui ci si dedica alle passeggiate pro esposizione solare può essere utile. Specie nella passeggiata post risveglio dopo il turno di notte: bisogna scaricare lo stress!

Trovate un parchetto vicino a casa, o una via in mezzo alla campagna dove poterlo praticare in sicurezza (no rifiuti tra cui vetri o altro) e lontano da occhi indiscreti se siete timidi. Per chi va al parco, magari con i bambini, cercate di coinvolgerli… darete meno nell’occhio e farete del bene a entrambi. Ammetto che in diversi mi guardano male per strada quando cammino scalza… Amen! Uno degli effetti secondari è quello di imparare a fregarsene del pensiero altrui. Problemi se cammino scalza per strada? Sticazzi!

Piccola avvertenza: durante l’Earthing tenere il telefono spento o in modalità aereo. La connessione avrà l’effetto di chi cammina sotto il temporale con l’ombrello, dalla punta metallica, aperto: un’antenna perfetta! Vale anche per qualsiasi altro dispositivo Bluetooth. 

Questi appena descritti sono consigli a basso costo. Per intervenire in modo più incisivo sull’ambiente domestico/lavorativo consiglio una valutazione da parte di un Light Trainer. Per quanto riguarda l’acquisto di dispositivi Bio-hacking come, ad esempio, gli occhiali Blue-Blocker (in grado di filtrare/bloccare la luce blu artificiale) rimando al sito www.evolutamente.it

Sperando di non avervi annoiato e magari di essere stata utile vi ringrazio per la lettura.

Federica Rinaldi

Infermiera e Light Trainer

 

P.S.: Per eventuali richieste di valutazione degli ambienti domestici e lavorativi potete chiedere informazioni nella pagina Facebook  Elettrosmog NordEst.

Riferimenti bibliografici:

  • Rossiello A. Insonnia. Il male del nuovo secolo. 2018, Etabeta
  • Angeleri A., Rossiello A. Il nuovo vivere secondo natura. 2019, True
  • Breus M. J. Il potere del quando. 2019, TEA 

Siti:

 

[grazie Federica! con la sua voglia di conoscere ed imparare è stata tra le prime pazienti ad utilizzare CGM ed il monitoraggio del sonno, due strumenti che le hanno permesso e le permettono di capire come risponde ai diversi stimoli e trovare le “sue” soluzioni migliori per stare bene – sì, anche se lavora su turni, sì anche se ogni tanto qualche spritz capita, sì, anche se ci sono piccole riacutizzazioni, sì, anche se la rabbia si fa sentire. grazie Federica!]

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