Cos’è l’amido resistente?

da | Ago 17, 2015 | Blog

È un tipo di fibra insolubile altamente fermentabile dalla flora batterica intestinale, ma non è completamente digeribile dall’intestino.
La sua struttura molecolare impedisce agli enzimi di agire, per cui arriva all’intestino dove viene usato come nutrimento dalla flora batterica che a sua volta produce acidi grassi a corta catena, molecole dalle numerose proprietà salutistiche (gli amidi sono invece primariamente fonte energetica a lento rilascio).

Esistono diversi tipi di amido resistente:
– RS1: “resiste” alla digestione perché intrappolato all’interno della parete cellulare integra delle cellule vegetali (legumi, cereali, semi).
– RS2: è protetto dalla digestione dalla sua struttura molecolare, diviene accessibile agli enzimi umani solo dopo cottura (patata cruda, banana verde).
– RS3: definito retrogrado, si forma quando si fanno raffreddare alcuni cibi amidacei dopo la cottura (patata, riso e altri cereali).
– RS4: chimicamente modificato, non presente in natura, appositamente creato per resistere alla digestione (usato come integrazione in alimenti confezionati per ridurne il potere energetico e l’impatto glicemico).
Le fibre naturali hanno un ruolo molto importante e i benefici di un’assunzione regolare sono molteplici, a livello intestinale, nella prevenzione e/o cura di molte patologie come diabete, cancro, malattie cardiovascolari, dislipidemie, malattie del sistema immunitario e infiammatorie.
Sono importanti per la sazietà ed il controllo del comportamento alimentare.
Tutte queste caratteristiche sono validate da studi scientifici per quanto concerne l’amido resistente presente naturalmente in alcuni cibi, ma non per l’amido resistente usato come forma di integrazione/aggiunta artificiosa.
Questo perché l’amido resistente naturalmente presente nei cibi agisce sinergeticamente con altre forme di amido e fibre, in tal modo giunge in tutte le parti del colon.
Assumere forme di amido resistente di un solo tipo (come accade nei cibi che lo contengono come integrazione) è rischioso perché va a nutrire alcuni ceppi batterici, rompendo la biodiversità, favorendo la crescita di alcuni ceppi alterandone l’equilibrio.
Il miglior modo per apportare questo prezioso nutriente, così come le fibre, è attraverso l’assunzione dei cibi che lo contengono naturalmente, variando quanto più possibile le scelte alimentari e apportando alcuni accorgimenti in cucina: banane verdi, radici, semi, legumi, patate e riso cotti e consumati solo dopo averli lasciati raffreddare).

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