you are what you eat: a twin experiment (sei ciò che mangi: esperimento su gemelli)

da | Gen 20, 2024 | Blog

YOU ARE WHAT YOU EAT? NE SIAMO SICURI?

teniamo occhi e mente aperti

premetto che non ho visto tutto il documentario ma solo a spezzoni e non mi è piaciuto molto.

ho dato un occhio allo studio fatto e anche qui ci sono delle perplessità e a mio parere incompletezza

le cose che dice in parte sono vere, ci sono diverse evidenze che dimostrano gli effetti positivi di una dieta che contenga alimenti di origine vegetale, soprattutto verdure, frutta, noci e semi, legumi. 

dall’altra sappiamo che carni processate o cotte ad alta temperatura (bruciacchiate) sono correlate con una serie di problematiche rischi per la salute.

ma è anche vero che ci si sono alimenti di origine vegetale processati, che ci sono vegetali che per alcune persone in determinate situazioni non sono di aiuto.

ed è vero che ci sono alimenti animali nobili, che apportano una miniera di micronutrienti, amminoacidi e acidi grassi essenziali che favoriscono la salute nel senso più ampio del termine

come la mettiamo???

hanno preso coppie di gemelli, 1 con dieta vegetale, l’altro onnivoro… e hanno “misurato” (più o meno) gli effetti monitorando alcuni parametri.

al di là del fatto che l’esame è una foto di un attimo, quello del prelievo, e non sappiamo cosa accade nel resto del tempo…

non tutti i risultati sono stati ben evidenziati nel documentario come ad esempio il fatto che le diete non erano paritarie in termini energetici e che la differenza di peso misurata nelle coppie di gemelli era effettivamente maggiore nei gemelli veg ma la qualità del calo di peso??? 

Si trattava di oggetti esenti da malattie cardiovascolari, ma davvero in piena salute?

Sappiamo bene che quando un soggetto sovrappeso perde peso, in qualsiasi modo, migliora sotto diversi aspetti metabolici nella maggior parte dei casi

manca inoltre un aspetto importante: se le stesse diete fossero scambiate tra gli stessi gemelli… avremmo gli stessi risultati???

io credo di no

perchè ognuno di noi risponde in modo molto diverso al cibo e agli stimoli dell’ambiente e dello stile di vita, non sii tratta solo di dieta quando parliamo di epigenetica e salute 

se io per cena ottimale intendo una cena leggera, con una fonte proteica come pesce o uova con tuorlo morbido, un pochino di verdure e un assaggio di frutta stagionale perché è quella che mi fa digerire e riposare meglio di notte

per un’altra persona la stessa cena potrebbe dare risposte glicemiche alterate, potrebbe non essere abbastanza se è il pasto principale della giornata, quindi avere fame e non dormire bene

se mangio una piccola quota di carboidrati io sto bene ma deve essere piccola

molte pazienti la sera mangiano meno proteine e più carboidrati per favorire sonno e digestione ed hanno curve glicemiche bellissime

alcuni se mangiano carboidrati la sera anche se di buona qualità sentono mal di testa, tachicardia, caldo, riescono ad addormentarsi ma si risvegliano verso le 2

ho conosciuto pazienti e persone vegetariane che se la cavano alla grande (hanno però accettato di mangiare almeno le uova), ne ho conosciute molte altre che proprio per stare bene e gestire le loro patologie hanno scelto di essere onnivore con ottimi risultati 

ho lavorato con pazienti che consumavano prettamente carne e poco nulla vegetali che hanno scelto di modulare la loro dieta arricchendola in varietà e inserendo altri componenti vegetali e anche in questo caso con risultati migliori 

attenzione alle informazioni che etichettano come giusto o sbagliato, come buono o cattivo, come protettivo o dannoso

gli studi non sono semplici da organizzare e analizzare, spesso dietro allo studio c’è chi paga e vuole ottenere il dato dimostrato, e, purtroppo, accade che alcuni risultati passino ben in ultimo piano mentre altri vengano evidenziati bene e poi divulgati a gran voce 

io ho capito che con me stessa, le persone che ho intorno e soprattutto con i miei pazienti devo:

  1. studiare molto
  2. conoscere come funzioniamo
  3. conoscere le problematiche, le disfunzioni e le patologie
  4. fare un brainstorming sulle evidenze e le possibili soluzioni
  5. proporre un piano alimentare che mette insieme lo studio, la pratica clinica, l’esperienza e la sostenibilità per il paziente
  6. ricordare che è un piano alimentare che può cambiare e sovvertire i miei studi e le mie conoscenze perché alla fine se state bene facendo delle scelte diverse da quanto pensato all’inizio e funzionano per la vostra salute – quella è la strada
  7. ricontrollare con il follow up che è tanto importante quanto il lavoro iniziale
  8. tenere traccia dei dati durante il mio lavoro e annotare i trend (su un diario e con la tecnologia :))) ) 
  9. annotare ciò che ha funzionato

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