PATATE ED INSULINO RESISTENZA

da | Apr 15, 2022 | Blog

Quante volte mi capita di leggere o sentire che frutta, patate, alcune verdure, legumi NON possano MAI essere consumati da una persona con diabete o insulino resistenza.

Facciamo il punto: se si sta seguendo una dieta chetogenica (studiata e strutturata da un professionista, medico, dietista o nutrizionista), allora c’è ragion d’essere di eliminare per un determinato periodo di tempo alcuni alimenti fonte di carboidrati per rimanere sotto una certa soglia (del tutto individuale anche questa) giornaliera.

se non si sta seguendo una dieta chetogenica la gestione dei carboidrati è un pò diversa.

se vogliamo portare avanti uno stile di vita e una gestione alimentare per l’equilibrio glicemico in presenza di alterazioni metaboliche, dobbiamo pensarli come cambiamenti duraturi nel tempo, senza scadenza!!!

per rendere sostenibili questi comportamenti ce li dobbiamo rendere piacevoli.

se una cosa ci piace e ci fa stare bene sarà più semplice tradurla nella quotidianità.

pensando alle scelte alimentari non credete che sia più sostenibile una dieta più variata possibile?

sì, anche se c’è insulino resistenza la gestione glicemica post prandiale può essere ottimizzata con alcuni accorgimenti anche con patate, frutta, carote (sì anche cotte!!!), ceci o lenticchie…

MM è una mia paziente, seguita con CGM, veniva da una diagnosi di insulino resistenza che ha quasi del tutto sistemato. 

quando ci siamo conosciute mi h raccontato di un’esperienza con la dieta chetogenica che l’aveva aiutata sia nel miglioramento dei parametri clinici, sia nella gestione del peso corporeo. 

poi, da sola, stava reintroducendo qualcosina, ma con molta paura, terrorizzata dall’idea di mangiare alimenti fonte di carboidrato che non fossero verdure e qualche piccola piccola porzione di frutta. 

abbiamo lavorato sulle reintroduzioni anche seguendo i gusti personali di MM e con miglioramenti sulla qualità del sonno e dei valori della glicemia a digiuno.

ad MM piacciono le patate e abbiamo trovato il modo per inserirle con delle buone risposte. 

come?

  • iniziando il pasto con un boccone di verdura cruda
  • proseguendo con la pietanza fonte di proteine (presente in adeguate quantità***) ed il contorno di verdure stagionali condito con olio evo 
  • godendosi le patate alla fine, in porzione bilanciata con quella di proteine

***la proporzione tra proteine/fibre e carboidrati per MM è molto importante, tutte le volte che non mangia la sua porzione adeguata di proteine, pur rispettando gli altri accorgimenti, la portano ad avere un picco post prandiale molto più alto. 

 

 

questo esempio per farvi capire che gestire problematiche metaboliche con piani alimentari finalizzati all’equilibrio glicemico non debbono essere privativi.

imparare a gestire i pasti senza paura è un grande vantaggio e con uno strumento come CGM i dati ci aiutano a correggere il tiro.

 

 

 

integrando i dati e le sensazioni che ci regalano uno stile di vita diverso e un’alimentazione consapevole ci si libera da molti luoghi comuni e pregiudizi.

ed è importante sapere che la curva piatta non è sinonimo di salute.

un picco post prandiale occasionale, dopo un gelato o un risotto o una frittura non ci condanna a vita.

ci sono tantissime cose da considerare: quanto è alto il picco, per quanto rimane alto, quanto ci mette a ritornare al valore basale, ci porta ipoglicemia reattiva? com’è la forma della curva nelle 2-3 h dopo…

quindi keep calm!

sapete che anche le nostre emozioni, il pensiero che noi abbiamo verso un determinato alimento, come ci approcciamo al pasto, come mastichiamo possono influenzare la risposta metabolica?

siamo un tutt’uno, corpo, anima, cervello, cuore… non dimentichiamolo e andiamo oltre i numeri!

 

 

 

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