“Diete” e Intestino

da | Ago 16, 2018 | Blog

Da poco ho scritto un articolo intitolato poop che è stato apprezzato molto.
La stipsi è un sintomo che crea disagio, quando cronica ed ostinata è invalidante.

Abbiamo più sistemi di eliminazione di “prodotti di scarto” e tossine, ovvero molecole che non ci fanno bene e che dobbiamo allontanare.
Le principali vie di “de-tossificazione” sono quella cellulare (sistemi antiossidanti), ematica (il sangue fa da veicolo di sostanze da portare alle cellule e da allontanare dalle stesse), intestinale, epatica, renale, cutanea, polmonare.
Per approfondire leggete qui.

L’intestino svolge un ruolo fondamentale.
La stipsi comporta una stasi di materiale di scarto nel colon e/o nel retto che diviene substrato di fermentazione da parte del microbiota generando gas (soprattutto metano) e produzione di tossine.
Più le feci stazionano nell’intestino, maggiore sarà il riassorbimento di liquidi, il ché renderà le feci ancora più dure.

Nel trattamento convenzionale (in particolare in regimi ospedalieri in pazienti anziani e allettati) spesso vengono consigliati lassativi di vario genere:
– sostanze che aumentano il volume fecale
– surfrattanti e lubrificanti (olii)
– lassativi osmotici
– stimolanti

I lassativi possono ahimè dare assuefazione, ridurre la capacità peristaltica dell’intestino, dare squilibri elettrolitici, irritare la parete intestinale e cronicizzare il problema.
A volte in situazioni acute e critiche possono tamponare il problema, ma senza agire sulle cause la stispi si ripresenterà.

Ritorno sulla problematica perché per molte persone che modificano abitudini alimentari, che iniziano una dieta terapeutica, possono andare incontro a stispi.
E questo a volte è sconfortante…mi metto a dieta e divento stitica???

Questo accade perché l’alimentazione e le modifiche alimentari sono i più importanti fattori che influiscono sul microbiota, alterandone la composizione, la varietà, il numero.
I microbi in equilibrio svolgono una serie di effetti benefici per la regolarità intestinale: producono acidi grassi a corta catena, metabolizzano tossine, regolano la motilità, producono gas che aumentano la velocità di transito.

Per cui ogni modifica alimentare può (non è detto che accada sempre) causare una stipsi transitoria.
Tra le maggiori cause:
– Apporto inadeguato di fibre (troppo poco o eccessivo)
– Apporto inadeguato di grassi buoni
– Apporto inadeguato e/o scarso di acqua
– Eccessivo consumo di latticini (per il contenuto in calcio che influisce sulla peristalsi), semi e noci, cioccolato, the, vino, caffè (per il contenuto in fitati e ossalati e tannini, questi ultimi dalle proprietà astringenti e antidiarroiche, riducono le secrezioni ghiandolari e la peristalsi, vasocostringono)
– Squilibri elettrolitici (in particolare il sodio, potassio, magnesio, fosforo)
– Ridotta funzione digestiva (ridotta acidità gastrica, ridotta secrezione biliare)
– Disbiosi e/o SIBO
– Pasti troppo abbondanti e/o snacking
– Sensibilità alimentari e/o infiammazione da cibo
– Mancanza di sonno e riposo adeguato
– Stress (aumento del cortisolo, carenza di magnesio)
– Alcuni farmaci e integratori di calcio e/o ferro (confrontatevi con il medico per trovare un’alternativa)
– Patologie pregresse (ipotiroidismo, ipercalcemia, parkinson, IBS, IBD, leaky gut, discinesie, malattie neurodegenerative)

Come possiamo rimediare?
Come al solito non ci sono indicazioni utili per tutti indifferentemente. Qui voglio dare una panoramica degli aspetti a cui porre attenzione e che potrebbero meritare un intervento:
– Apportare grassi di buona qualità, in particolare monoinsaturi (olio evo, olive, avocado, macadamia), poli insaturi (pesce), a corta catena (tuorlo d’uovo, ghee, olio di cocco extra vergine)
– Apportare la giusta dose di sodio attraverso l’utilizzo moderato (non nullo) di sale marino integrale non raffinato (grigio bretone, rosa himalayano, di cervia, di trapani)
– Bere acqua durante la giornata, a digiuno al mattino e lontano dai pasti
– A volte un’integrazione di acqua e sale aiuta creando un effetto osmotico (sgradevole ma funzionale)
– Adeguare l’apporto di fibre (né troppe né poche) e prestare attenzione alle integrazioni di fibre (in casi di stipsi da rallentato transito potrebbero peggiorare la situazione, alcune mucillagini usate negli integratori –chia, semi di lino, psyllium- sono immunogene e divengono in parte substrato per i microbi intestinali fermentativi, quindi disbiosi)
– Migliorare la digestione: la masticazione, l’acidità gastrica, le secrezioni enzimatiche e biliari
– Possono essere utili probiotici ed alimenti/bevande fermentate (non in caso di disbiosi o sibo o in situazioni acute o immunodepressi)
– Consumo moderato di noci e semi
– Consumo di brodo d’ossa
– Integrazione di magnesio
– Esercizio fisico (la sedentarietà e il lungo tempo seduti sono deleteri)
– Una dieta terapeutica di eliminazione per gestire le sensibilità alimentari
– Una corretta posizione durante la defecazione utilizzando un rialzo su cui appoggiare i piedi, si chiama squatty potty
– Alcuni rispondono al consumo moderato di caffè (di qualità) o al consumo di the verde matcha (originale e biologico)
– Mindfulness
– Riposo notturno, rispettando i ritmi circadiani o perlomeno cercare di favorire un buon riposo (evitare esposizione a schermi, telefoni, luci intense nelle ore prima di coricarsi, preferire un luogo di riposo completamente buio, non rumoroso, non troppo caldo)

Non sottovalutate il problema!
Chiedete aiuto al vostro medico e/o al professionista abilitato che vi segue, saprà aiutarvi ad individuare errori e trovare soluzioni.

NB: Ci sono infine alcuni medici che praticano regolarmente i lavaggi intestinali, con clisteri di diverso tipo ed entità.
Sto cercando di informarmi e formarmi su questo argomento, lo ritengo interessante, ma non sono ancora in grado di esprimere un parere favorevole o sfavorevole. Intanto si studia.

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