Digiuno breve, energia, ormoni

da | Mag 22, 2020 | Blog

Proseguiamo a parlare del digiuno.
qui, qui e qui potete leggere gli articoli precedenti.

Proviamo a fare un salto indietro nel tempo.
Gli uomini cacciatori e raccoglitori mangiavano quando riuscivano a trovare cibo, senza preoccuparsi di calcolare quanto e cosa…
In periodi di carestia o di condizioni avverse potevano passare giorni e giorni a digiuno. Che cosa accadeva? Ottimizzazione delle energie, mantenimento dello stato di veglia e di prontezza per essere pronti a “cacciare” di nuovo, e di allerta per difendersi dai pericoli.

Oggi sappiamo che nel digiuno che si prolunga oltre le 12-16 h aumentano i livelli di corpi chetonici, derivati dall’ossidazione dei grassi in assenza di energia, in particolare in deficit di glucosio.
Molte delle nostre cellule iniziano ad utilizzare i grassi come energia, ma non il cervello che può usare glucosio e i corpi chetonici, questi ultimi particolarmente efficienti ed energia “pulita”.
I corpi chetonici agiscono come molecole di segnale e sono in grado di influenzare il sistema nervoso con effetto euforizzante e sensazione di benessere, di calma e di focus.

Superata la fase di adattamento allo shift di carburante (dipende dal singolo individuo), le nostre cellule lavorano bene, risparmiano glucosio per cellule ed organi strettamente dipendenti da esso (globuli rossi, cervello, fegato) e la massa magra viene risparmiata.

Durante il digiuno si attivano i processi di pulizia e ricostruzione, per cui tutte le cellule e gli organelli danneggiati vengono sostituiti, il che si traduce con funzioni ottimizzate.
L’energia risparmiata dall’immane lavoro digestivo (di assorbimento, metabolismo ed eliminazione) ci permette di riparare i danni anche a livello del DNA.

L’infiammazione lascia il posto alla risoluzione e alla riparazione.

Quando l’infiammazione si riduce gli ormoni, i neurotrasmettitori, le citochine comunicano meglio con le cellule, aumentando la sensibilità recettoriale.
Il che significa aumento della sensibilità all’insulina, maggior efficienza ormonale per quanto concerne ormoni sessuali, ormoni tiroidei, ormone della crescita e reset dei ritmi circadiani del cortisolo.
La stessa produzione ormonale migliora grazie all’efficienza degli organelli cellulari rinnovati, in particolare mitocondri e reticolo endoplasmatico.
Dovete immaginare l’infiammazione come ad un’interferenza radio, che si mette tra i piedi nella comunicazione, ecco perché quando siamo infiammati tutto funzionale male, parzialmente o addirittura ci si blocca.

Il miglioramento della sensibilità insulinica è correlato al digiuno e ad ai ritmi circadiani.
È infatti noto che chi mangia di notte tende ad avere un peggiore controllo glicemico, un aumentato rischio di ipertensione, malattie cardiovascolari e sindrome metabolica.
Iperglicemia e iperinsulinemia aumentano l’infiammazione, denominatore comune alle malattie croniche, ancor di più durante la notte, sovvertendo i ritmi circadiani di altri ormoni e citochine.
Il digiuno, in particolare il digiuno notturno, è un punto chiave per il miglioramento e/o la risoluzione della resistenza insulinica e di quello che ne consegue.

Altro ormone che risente positivamente del digiuno è la leptina. Adipochina prodotta dal tessuto adiposo che ha numerosi effetti centrali e metabolici. Spesso si assiste ad un fenomeno di leptino resistenza, simile alla insulino resistenza. Con il digiuno ben strutturato il segnale leptinico viene ottimizzato influenzando positivamente gli assi endocrini ipotalamo-ipofisi-ghiandole/muscolo.
Durante il digiuno vi è un aumento dell’ormone GH, ormone che favorisce l’ossidazione dei grassi per produrre energia e che preserva le masse magre, facilitando la sintesi proteica.
Come accennato prima, anche la sensibilità agli ormoni sessuali aumenta, una buona efficienza del testosterone, insieme al GH favoriscono le masse muscolari nelle fasi post digiuno, grazie al flusso di aminoacidi e il loro dirottamento in sintesi proteica.

Più massa magra, più efficienza metabolica, meno tessuto adiposo pro infiammatorio = maggior energia e maggior freschezza mentale!

Per essere così positivo il digiuno deve essere ben pensato e adattato alle esigenze di ognuno.
Ci sono diversi motivi per farlo, dal benessere, al miglioramento della gestione energetica e della capacità di adattamento, ma anche per ridurre l’infiammazione, modulare il microbiota, aumentare la sensibilità ormonale…
Ogni motivazione può richiedere approcci e tempi diversi e non è detto che vada bene per tutti o in qualsiasi momento della vostra vita.

Il digiuno terapeutico prevede una ciclicità, altrimenti, spinti alla sopravvivenza, ci adatteremo al risparmio, bloccando l’ossidazione dei grassi, e perdendone i benefici.
E se non interrompiamo il digiuno con la corretta nutrizione… faremo mancare le materie prime per godere del reset dato dall’autofagia (pulizia)…
Abbiamo tolto la polvere e ripulito per bene, ora dobbiamo arredare!

Il digiuno deve essere uno stressor positivo, un po’ come uno scossone che ci fa prendere consapevolezza e ripartire meglio, un po’ come quando ci mettiamo a testa in giù e cambiamo punto di vista…

In caso di soggetti con patologie e/o in terapia farmacologica è altamente sconsigliato farlo in autonomia senza confrontarsi con il proprio medico, è pericoloso.

Di fatto è qualcosa che ci appartiene evolutivamente, ma il vivere di oggi ha viziato molti meccanismi di autoregolazione e di ascolto, per cui per approcciarsi a modifiche del comportamento alimentare e nutrizionali è sempre bene appoggiarsi a professionisti abilitati.

Vi ho incuriosito?

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